L'orecchio e la voce del dottor Tomatis

di Aloma Bardi

il giornale della musica, cultura, pp.24-26, 11/06, anno XXII, n.231, novembre 2006

Il foniatra francese, morto cinque anni fa, partendo dalla fisiologia otorinolaringoiatrica individuò nella musica di Mozart la più "terapeutica" tra tutte le musiche, e la applicò per curare i musicisti, o i bambini dislessici.

(Incontro con il Dottor Alfred Tomatis a cinque anni dalla sua morte)

 

Il medico francese Alfred Tomatis, nato a Nizza nel 1920 in una famiglia di origine piemontese, personaggio controverso in vita e ancor controverso a cinque anni dalla sua morte, avvenuta il giorno di Natale del 2001, era un otorinolaringoiatra specializzatosi in foniatria. Egli fu celebre in Francia come medico dei cantanti e amantissimo della musica, l’opera italiana e Mozart in particolare. Divenuto celebre per gli studi e la clinica sull’orecchio, l’ascolto, il linguaggio, la comunicazione e l’apprendimento delle lingue, ha curato problemi psicologici e dislessia. Realizzò la pratica della musica filtrata, allora procedimento meccanico, oggi accessibile come programma informatico. Ha lasciato una altrettanto controversa eredità e un dibattito aperto tra gruppi e scuole circa la sua legittimità.

 

Il metodo che si basa sulle scoperte di Tomatis è oggi applicato in almeno 15 Paesi e il concetto su cui si fonda è lo sviluppo, la pratica e la consapevolezza del controllo dell’orecchio e dell’ascolto su molte facoltà. Dunque idea originariamente medico-acustica, dal campo fisiologico si è espansa a comprendere applicazioni in ambito musicale e in musicoterapia. Scuole sono sorte per diffondere internazionalmente la pratica del metodo.


Tra i molti scritti del Dottore, titoli dal sapore d’epoca: L’oreille et le langage (1963), Éducation et dislexie (1972), De la communication intra-utérine au langage humain (1974), Vers l’écoute humaine (1974), l’autobiografia L’oreille et la vie (1977), La nuit utérine (1980), L’oreille et la voix (1988), Pourquoi Mozart? (1991), Nous sommes tous nés polyglottes (1991). L’oreille et la vie è lettura affascinante seppure fitta di esagerazioni e ripetizioni, che non sempre coincide con la reale biografia del Dottore. In ogni opera saggistica risalta lo stile enfatico e vitale di Tomatis.

          L’oreille et la voix, adesso disponibile anche in lingua inglese nell’edizione pubblicata negli Stati Uniti (The Ear and the Voice, adattamento e trad. di Roberta Prada, Francis Keeping e Pierre Sollier, Scarecrow Press 2005, dalla pubblicazione originale Laffont) è di fondamentale importanza, seppure alcune delle affermazioni sono difficili da verificare. L’edizione americana è stata riveduta e risulta più concisa e scorrevole rispetto all’originario stile rapsodico del Dottore.

Pourquoi Mozart?, sul tema della musicoterapia e della sovranità di Mozart come compositore terapeutico, ha avuto moltissimi eredi nella Mozart-terapia statunitense e nell’inflazione di scritti e attività in questo campo. Il mito mozartiano del miracolo e la leggenda costituiscono lo sfondo delle teorie di Tomatis. Musicologicamente e criticamente ingenuo, soprattutto nelle sue valutazioni sugli altri compositori e sulle ragioni per cui essi non sono adatti ad essere usati nella terapia, Pourquoi Mozart? s’incentra poi realmente su Mozart dal punto di vista dell’acustica, vero territorio del Dottore: tale sostanza è totalmente estranea alla storia della musica e alla musicologia, al punto che sarebbe a sua volta ingenuo e fuorviante valutare il lavoro di Tomatis da questa angolatura.

          Avventura affascinante oggi tentare un’analisi di Alfred Tomatis terapeuta dell’ascolto e della musica, del suo magnetismo e delle intuizioni luminose, delle sue ambizioni musicologiche. Ma nella sovrabbondanza del materiale documentario, disperso tra molte fonti e su contrastanti livelli qualitativi, come valutarne le scoperte? Fruttuosa una lettura critica degli scritti. Ma per conoscerlo è soprattutto indispensabile valutare la predominante componente fisiologica-acustica della sua impostazione e sperimentare in maniera diretta l’ascolto di musica filtrata. Occorre accettare anche che un metodo educativo-terapeutico non debba di necessità venir riconfermato scientificamente in ogni sua parte per risultare valido e garantire i risultati che si propone. Infine, sfrondate dagli orpelli le teorie del Dottore – e anche qualora esse venissero in parte contraddette – la sfida sulla necessità di potenziare l’orecchio resta... degna di ascolto.

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21 Février 2008

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